Si accendono numerosi per le strade cittadine la sera dell' 11 gennaio. Alcuni, veramente mastodontici, come quello della piazzetta della Matrice San Leone Magno, bruciano molte tonnellate di legna, sprigionando e lanciando in alto, nella notte scura, mille faville che ridicono al cielo la nostra gratitudine.

La gente affolla le strade, rimane estasiata al cospetto delle altissime fiamme, e partecipa al canto mariano tradizionale "Tu sei del popolo, letizia e pace". Come in ogni festa popolare, c'è poi la parte gastronomica. Tutti si lasciano volentieri tentare dagli assaggi di taralli, ceci e fave abbrustoliti, nocelline e da un bicchiere di vino. Il tutto è offerto con generosità da chi ha allestito la "fanova". Ottima anche l'iniziativa, instaurata da qualche anno, dei frantoiani castellanesi. Fanno gustare ai visitatori dei falò il loro olio nuovo e genuino col quale condiscono le bruschette con i pomodori "appesi", conservati dall'estate. Veramente la tradizione più antica prescriveva che si mangiassero, riscaldati nella cenere calda del falò, "saròche i scartapìjete", pesci secchi salati e affumicati, conditi con abbondante olio e accompagnati dal pane. Naturalmente l'arsura procurata dai pesci richiedeva una buona dose di vino rosso primitivo, che in gergo si chiama "vino tosto". Quando è festa, è festa! A laude e gloria di Dio!

Il giorno dopo, 12 gennaio, il simulacro della Madonna della Vetrana viene portato, con solenne processione, in città e rimane alcuni giorni in Chiesa Madre alla venerazione riconoscente dei fedeli che numerosi la visitano.

La festa d'aprile, come decisero i nostri antenati, si celebra, sin dal 1691, l'ultima domenica di aprile. E' la festa principale, solenne, la più importante di Castellana e si svolge tra suoni di varie bande, sfarzosa illuminazione e accensioni di fuochi pirotecnici. Essendo una delle prime feste della zona è molto seguita dai comitati delle feste patronali dei paesi limitrofi. Vengono a rendersi conto delle novità che offre il mercato.

La festa di aprile è caratterizzata da tre processioni. La prima si svolge il sabato sera. La Madonna processionalmente viene portata dal Convento dei Frati in Chiesa Madre; arrivata all'angolo della Piazza Nicola e Costa, tra l'ammirazione stupita di moltissima gente, si accende la grandiosa illuminazione. I colori sgargianti delle luci, inarcate a tunnel su tutto il Corso, danno vivacità nuova e infinite sfumature cromatiche alle case bianche e ai balconi fioriti. La colonna sonora è assicurata dalle allegre marce della banda.

Il giorno dopo, domenica, a mezzogiorno esce dalla Chiesa Madre la seconda lunga e solenne Processione alla quale partecipano tutti i sacerdoti con le loro mozzette paonazze, i religiosi francescani,tutte le confraternite con i loro abiti variamente colorati, le autorità cittadine con a capo il Sindaco in fascia tricolore e il Consiglio Comunale, le autorità militari e tutti i membri della Commissione Feste Patronali. La Madonna incede maestosa contornata da "lampieri" dorati e serti di fiori. In un tripudio di colori e di ieratiche pose,fatto unico in tutta la zona, moltissime statue di Santi venerati nelle varie Chiese della città, sfilano anch'esse in processione. Il Paradiso intero è accomunato alla gran festa.

A sera poi Gran Concerti Bandistici si avvicendano sulla cassarmonica, e, per il godimento dei tanti appassionati, eseguono brani di opere liriche e classiche romanze. Non mancano i fuochi pirotecnici che incendiano il cielo e un grandioso Luna Park che favorisce e soddisfa gli incontri giovanili.

La terza processione si svolge il lunedì. La Madonna ritorna al Convento tra la nostalgia di molti che non sanno staccarsi dalla venerata Immagine e che, con un cero nelle mani, l'accompagnano alla Sua Chiesa. Dopo tante emozioni è duro tornare alla ferialità d'ogni giorno! Segno vivo della memoria storica e del ringraziamento alla Vergine di noi Castellanesi, "in perpetuum", rimane la

lampada ad olio che sempre, giorno e notte, arde ai suoi piedi.

IL CULTO DELLA MADONNA DELLA VETRANA PATRONA DI CASTELLANA GROTTE

a cura di Don Nicola Pellegrino


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