Duopheni

Eleonora Bagarotti



   Non c’è luna nella tenebra, solo il candore della pelle. Le mie labbra pulsanti scelgono con cura le membra più infuocate del corpo prescelto. I denti succhiano, la bocca è presto ingombra. Una goccia rossa scivola delicata lungo il collo e raggiunge il mio seno pallido in strani cerchi di danza irreale. Il dolore t’infligge piacere. Scendono su di me i tuoi deboli gemiti come nebbia sul mare. Dannato, anche tu, in questo breve rintocco del tempo. Schiavo, per pochi attimi, di una vampira dal viso angelico e ingannatore. Fra poco scosterò la mia vogliosa anfora e già avverrà il distacco. Avrai bisogno del silenzio per scordare… Il nostro incastro avvenne come nuvole accavallate nel tormentato orizzonte. Già sappiamo che ogni incontro prelude a un addio ma disperiamo nel non poter condurre l’inarrestabile trascorrere delle cose. Una volta, vampiro era il gentiluomo dal lungo mantello, il cui diabolico intreccio consisteva di passione e solitudine. Stanotte sono io sacerdotessa di questa dannazione, erede nei secoli di un tal sottile godimento. Ho ingoiato il pneuma di cui son fatte le stelle, ora una traccia del tuo esistere s’è aggiunta ai fantasmi che porto dentro l’anima. E i miei passi torneranno silenziosi nell’ombra. .".


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