(lo so, fra poco un rumore sconosciuto
verrà a forare questo tepore creduto
fin qui perfetto) ho pace a sufficienza
per pensarti finalmente, per lasciarti
affiorare e osservarti. Un po' sorridere
un poco indovinare. Non sapevamo allora
che poco nel mondo in fondo era cambiare.
Così ci costa nulla (nel senso di fatica)
colmare spazi tempi e le distanze. I silenzi
sono quasi dovuti. La storia antica insegna
di eroi che si giurarono restare
per qualche tempo muti.,
Si trovavano la sera all'osteria
per bere, ruttare e regalarsi
il piacere fastoso di tacere.
Anche per dirti che un poco mi dispiace
tu non divida questa mia serata (Venezia
come al solito è stregata) e un poco questa pace.
Perché al mondo non c'è così da fare,
se non scambiarsi piccoli deliri, fingere,
qualche volta di volare oppure dormire come ghiri,
scrivere lettere in forma di poesia, fare barchette
coi fogli del giornale, posarle sull'acqua,
del Canal Grande che le porta via.
Venezia, Novembre 1785
![]() |