BAR SPORT
di Stefano Benni
Stefano Benni ormai si inserisce fra i migliori scrittori italiani contemporanei,
e non per i
recenti successi de La compagnia dei Celestini che per moltissime
settimane è rimasto al
primo posto nella classifica dei libri più venduti, ma per opere che
sono riconosciute, sempre
più universalmente, come delle vere perle del panorama letterario
di questi ultimi quindici
anni. Il merito di Benni è quello di aver inventato un vero e proprio
genere che qualcuno ha
definito della "fantarealtà" o della "realfantasia". Ma di questo
parleremo un'altra volta.
Adesso voglio parlarvi del primo romanzo di Benni: BAR SPORT. Praticamente
introvabile,
l'ho cercato in tutte le librerie di Bari, Firenze e Roma e di ogni altra
città che mi è capitato di
visitare. Tutti lo conoscevano, nessuno l'aveva. Finchè un giorno
lo vedo in bell'esposizione,
ristampato finalmente dalla Mondadori, a modico prezzo, e inserito nella
collana I MITI.
E' un libro con un Benni ancora incantato che racconta i suoi amici, il suo
Bar, i suoi anni
passati, probabilmente, a osservare e ridere delle vicende dei personaggi
pirotecnici che lo
hanno circondato. E' un Benni dalla risata facile, linguistica, semplice
e geniale, sostenuta da
un istinto immediato, affinato e affilato forse proprio in un Bar.
Benni insomma con questo libro cerca, e forse scopre, una nuova chiave comica
(come
brillantemente afferma Panorama) che lo accompagnerà in tutti i suoi
successivi lavori dove
convivrà con la nuova e disillusa visione della realtà.
Leggetelo tutto d'un fiato, scoprirete come si diventa Cinno, conoscerete
il tecnico, pagherete
alla cassiera che quando cade rimbalza sul seno e si ritrova in piedi, giocherete
a briscola,
tresette e poker, vedrete il bambino uscire con settemila di gelato pagato
con "cento lire
collose e sudaticce", ai limiti del falso.
Quasi vi invidio..
Copyright WorkNet Service - 1996 - Testo:di Lorenzo Longo
Rubrica curata da Icaro
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