Il catino di zinco


di Margaret Mazzantini



E' singolare e nello stesso tempo sintomatico che simili contenuti, espressi attraverso una forza tanto empatica, siano propri di questi ultimi anni. E' singolare perchè Antenora è l'immagine nostalgica di una donna energica, forte, che ha dovuto combattere in un mondo sin dagli inizi del secolo dominato dagli uomini e fatto per gli uomini, che mantiene le fila della sua famiglia nell'ombra e attraverso una dedizione domestica tutta "femminile" che sembra dimenticare la "rivoluzione del reggiseno". E' sintomatico, invece, in quanto evidenzia la necessità di recuperare i valori femminili, che non hanno nulla a che vedere con i diritti della donna, dopo che la modernità li ha spazzati via.
Nel corso della sua vita Antenora è figlia, sorella, madre, moglie, nonna, sembra quasi non dovesse mai essere veramente lei, invece Margaret Mazzantini la presenta come il vero perno degli eventi, quasi eroe di un mondo arcaico che lo stesso titolo (il catino di zinco) evoca.
E' facile identificarsi, sentire, emozionarsi quando lo scontro generazionale, che in questo libro tenta la riconciliazione è reso in maniera così efficace. Tutto si scontra, incontra in modo dialettico, dall'atmosfera romanticamente nostalgica fino al linguaggio molto particolare a metà fra una ricerca del vocabolo quasi aulico e la crudezza mai volgare di alcune immagini.
Perchè leggerlo? Perchè è...



Copyright WorkNet Service - 1996 - Testo:di Stefania Fiume
Rubrica curata da Icaro


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