Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

di quei sospiri ond'io nudriva 'l core

in su 'l mio primo giovenile errore,

quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono;

del vario stile, in ch'io piango e ragiono

fra le vane speranze e 'l van dolore,

ove sia chi per prova intenda amore,

spero trovar pietà non che perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto

favola fui gran tempo, onde sovente

di me medesimo meco mi vergogno:

e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,

e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente

che quanto piace al mondo è breve sogno.

Francesco Petrarca

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